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L’equilibrio tra corpo e mente: come vivere meglio e rendere di più

L’equilibrio tra corpo e mente: come vivere meglio e rendere di più

L’equilibrio tra corpo e mente: come vivere meglio e rendere di più

Che si tratti di performance o di benessere, impariamo ad ascoltare l’organismo e a rispettarne i tempi e le necessità. Ci ricompenserà con risultati eccellenti, equilibrio e salute psicofisica. Perché opporsi a ritmi e regole della natura umana descritti da Francesco Menconi è faticoso e soprattutto pericoloso, e apre la porta alle malattie.
 
di Stefano Tenedini
 
25 febbraio 2020
 
Un killer silenzioso, che uccide persone di tutte le età e non lascia scampo a chi sottovaluta i suoi effetti letali. Ha sulla coscienza 160 persone al giorno, quasi 60 mila l’anno. No, non è un virus: è l’inattività, la pigrizia, un morbo che ci fa scegliere il divano invece di una sana passeggiata. Una deriva che ci spinge a trascurare tutte le piccole grandi cure verso noi stessi come riposare, mangiare bene, muoversi, respirare come si deve. L’inattività è la vera causa di tante malattie cui diamo tanti nomi ma che hanno un’unica cura, riassunta in un semplice concetto: rispettiamo il nostro organismo e vivremo meglio.

È solo uno dei numerosi campanelli d’allarme che Francesco Menconi, ha fatto squillare nel corso dell’incontro #Open di Vecomp Academy dedicato a “Performance lavorativa e fisica, l’indivisibile alchimia”. Menconi, esperto di metodologie antiaging e antistress, è personal trainer e allenatore di numerosi campioni. Ha spiegato con chiarezza (a volte con la durezza necessaria a richiamare l’attenzione sulle “scomode verità” che non vorremmo imparare) che i risultati che cerchiamo nella professione non sono mai scollegati, sia nella qualità che nella durata, dalla nostra condizione psicofisica. In sostanza che il corpo aiuta volentieri la mente, purché la mente consenta al corpo di vivere in equilibrio.

“In una società in cui è difficile trovare la giusta via tra verità e ricette magiche, siamo spinti a dare sempre il massimo, a migliorare di continuo, a primeggiare”, ha esordito Menconi. Ma l’evoluzione ha insegnato al nostro corpo a ottimizzare lo sforzo senza esagerare: di qui la necessità di raggiungere un difficile equilibrio tra le diverse pressioni e componenti della vita moderna. Un approccio corretto è tornare alle basi del pensiero, a costo di correggere dogmi immutabili. Ad esempio Cartesio sbagliava quando sosteneva “Penso, quindi sono”. Per Manconi “dovremmo modificarlo in Sono, dunque penso. E i bambini prima sviluppano il cervello e solo dopo camminano. È il movimento che stimola l’intelligenza”.

LO STRESS, UNA RISPOSTA NATURALE
Le neuroscienze insegnano che le percezioni sensoriali portano gli stimoli dalla periferia al cervello: i muscoli, lo scheletro, gli organi interni e soprattutto la pelle raccolgono i segnali - che non sono astratti ma concreti, biochimici - e li trasmettono al sistema di elaborazione centrale, che reagisce come richiesto. Tra corpo e mente c’è un legame immediato: abbiamo non cinque, ma almeno venti sensi. Essi compongono un sistema interconnesso in grado di veicolare i 70 impulsi al secondo che ci tengono in contatto con la realtà che ci circonda. E ci dicono quali performance fisico-mentali possiamo ottenere, quando e per quanto. Come fa? Parafrasando Pascal, perché “il corpo ha ragioni che la ragione non conosce”.

Un punto centrale del ragionamento di Menconi riguarda lo stress. Tutti lo subiamo, alcuni ne sono addirittura drogati, altri lo temono e si stressano ancor di più cercando di eliminarlo. Però questo sarebbe un atteggiamento sbagliato, oltre che impossibile. Perché lo stress è una risposta adattiva naturale dell’organismo, il meccanismo che in un contesto di rischio ci fa scegliere se fuggire o combattere, come accadeva agli uomini preistorici. Funziona così: arriva uno stimolo, il corpo si prepara a reagire, il cervello analizza e decide che cosa fare, il sistema si adatta e ha le energie fisiche e mentali per affrontare la situazione.

Ma perché l’organismo sia in forma ed efficiente è importante conoscere e rispettare i ritmi circadiani, cioè l’orologio interno che regola l’attività dei singoli organi e del corpo nel suo complesso. Avete presente il jet lag, il malessere che ci prende dopo un lungo volo? Dipende dalla mancanza di cortisolo (la batteria del nostro “motore”), che produce uno sfasamento tra il nostro orario biologico e quello del luogo in cui ci troviamo. Vivere sul “fuso” sbagliato danneggia il lavoro e la salute, perché è vero che siamo adattabili, ma le abitudini sbagliate costano care: un prezzo che paghiamo con un drammatico conflitto interno.

Proviamo allora a mettere in relazione il nostro desiderio di performance, lo stress e i disagi che procuriamo al nostro stesso organismo. I risultati migliori, nella vita come nel lavoro, si ottengono nello spazio intermedio fra troppo stress e troppo poco. Che non è una zona di comfort, ma è quella condizione temporanea in cui diamo il meglio in termini di frequenza cardiaca, pressione, mobilità articolare, riflessi, prontezza, creatività, attenzione. Un “valzer di neurotrasmettitori”, l’ha definito Manconi, da preservare con comportamenti virtuosi.

MANGIA, DORMI, MUOVITI (BENE)
Vediamo un breve e significativo vademecum. Il sonno va assecondato e protetto da ciò che lo interrompe o gli impedisce di raggiungere la necessaria profondità, come tv e cellulari. Il respiro deve essere consapevole, profondo e vitale... e ne facciamo fino a 28 mila al giorno! Il movimento va compreso e vissuto, se vogliamo stare bene. E il cibo deve permettere ai nostri ritmi di funzionare al meglio: ma le diete forse non sono sempre la risposta giusta.

Quando pur senza rispettare questa armonia vogliamo comunque ottenere risultati, il corpo reagisce, passa all’autodifesa. E se noi insistiamo a chiedergli troppo? Addio performance, si scatenano malesseri e malanni sempre più gravi e diffusi e il corpo si cannibalizza. Ecco il pericolo: l’infiammazione cronica sistemica, il nemico che dobbiamo imparare a conoscere perché è alla base del 70% delle malattie cardiovascolari e del cancro e aumenta i rischi di mortalità. Più in generale, la salute non è solo l’assenza della malattia, ma benessere fisico, psichico e sociale. Ci si cura, in sostanza, buttando via quello che ci ha fatto ammalare.
“Dobbiamo accettare non le comode bugie ma le scomode verità”, ha concluso Menconi. Non è ciò che mangi, ma quando: sincronizza i pasti al ritmo circadiano. L’obesità dipende non dalla dieta ma dalla carenza di movimento. Respira bene e vivrai bene: la respirazione lenta e controllata ha un effetto calmante e rigenerante. Una giusta frequenza cardiaca mantiene l’equilibrio delle funzioni vitali. E beviamo più acqua di quanto siamo abituati a fare. Quindi, che si tratti di performance o di benessere: rispettiamo i nostri tempi, viviamo e nutriamoci con coscienza. Per citare la Bibbia: “Amiamo il nostro corpo come noi stessi”.