Newsletter
v-white.svg

Coinvolgere le persone: ecco come l'azienda prende il volo

Coinvolgere le persone: ecco come l'azienda prende il volo

Coinvolgere le persone: ecco come l'azienda prende il volo

di Stefano Tenedini
 
Appassionati, responsabili ma non troppo, indecisi o “criticoni” demotivati: dentro le organizzazioni ci sono collaboratori di ogni genere. E la crescita passa attraverso il loro engagement: chi si impegna è felice, produttivo ...e vincente. Una risposta è MAGIC, il percorso di motivazione creato da Monica Malavasi e Daniela Anderluzzi.
 

28 gennaio 2020
 
Cosa ci sto a fare in quest’azienda? Come mai istintivamente un lavoro mi piace e l’altro no? C’è vita oltre lo stipendio? Posso aggiungere qualcosa di mio o mi faccio trainare dal flusso, a volte neanche tanto volentieri? Sono le domande che tutti ci siamo posti a qualche punto della carriera, senza sapere bene se cercare le risposte nella pancia, nel cuore o nella testa. Ci sarà senz’altro la formula che calcola la soddisfazione e il coinvolgimento, ma ascoltando Monica Malavasi e Daniela Anderluzzi mi è tornato in mente il refrain del Cerchio della vita nel Re Leone: “È una giostra che va, questa vita che gira insieme a noi e non si ferma maaai”.
Proprio così. “Il collaboratore che entra in un’organizzazione attraversa varie fasi - hanno spiegato -. Dopo la selezione, se viene ben motivato e coinvolto, non solo sviluppa le proprie competenze ma contribuisce a far crescere l’impresa. Poi fa carriera trovando nuovi stimoli, oppure rallenta e si trova di fronte a un bivio. A quel punto decide se restare o no”. Il senso è chiarissimo. Appassionati e motivati si diventa: seguendo un processo che va preparato e poi mantenuto e rafforzato. Non interrotto, se no non si trova più il senso del continuare a stare insieme, e il lavoro diventa una routine pesantissima e assai poco efficace.

E come si accresce l’engagement delle persone in azienda, il loro coinvolgimento? La parola chiave è MAGIC, ma ci arriviamo per gradi: ne parleremo più avanti. Il primo punto è capire che può essere misurato proprio come si fa con bilancio, produzione, ordini... e sviluppato allo stesso modo. All’incirca il ciclo è questo: il coinvogimento dei collaboratori genera più produttività e servizi di qualità, il che rende più soddisfatti i clienti, che come conseguenza comprano più prodotti e fanno aumentare i profitti. E avanti così.

Malavasi e Anderluzzi, cofondatrici di Formazione Network e partner Italia della americana Decision Wise, hanno dimostrato l’efficacia del metodo coinvolgendo in pieno il pubblico di #Open nel primo incontro del 2020: trasformare l’azienda in un posto dove si va volentieri.

PROATTIVI, ENERGICI E POSITIVI
Alternandosi nel racconto le formatrici, che vengono dalla ricerca (fisica teorica Malavasi e biologa molecolare Anderluzzi) però con esperienze concrete nelle organizzazioni aziendali, hanno chiarito che cosa c’è “dentro” il coinvolgimento, che cosa lo stimola o lo deprime. Ne fanno parte emozioni, energie, passioni, impegno, pensiero. Ma senza azione, i sentimenti non bastano: il dipendente è davvero coinvolto solo quando è proattivo, energico, positivo, è orgoglioso dell’azienda e ne parla bene, ha voglia di fare meglio e di più, si prende anche delle responsabilità che vanno oltre il cosiddetto (e famigerato) minimo sindacale.

I migliori effetti dell’engagement si riscontrano in aziende che hanno molte interazioni con i clienti, grande impatto umano sul processo, quando la concorrenza è sulle competenze, la dove l’innovazione e il cambiamento sono centrali, quando la crescita è molto rapida. Tutti contesti nei quali la reputazione è un importantissimo valore aggiunto. Ma come nasce la motivazione ad agire? Dalla necessità e dal desiderio: la prima serve a soddisfare i bisogni primari, è indispensabile ma da sola non basta; il secondo spinge all’autorealizzazione, una fonte inesauribile che in termini di coinvolgimento pesa più dei soldi in busta paga. Parliamo di crescita individuale, di status, riconoscimento, risultati. E perfino del lavoro in sé.

Considerate le motivazioni, come si collocano in media i dipendenti in azienda? Poco meno di un quarto completamente coinvolti, metà collaboratori chiave (lavorano senza esporsi, sono responsabili ma non rischiano), un’altra fetta indecisi (però pronti a crescere se solo la situazione si evolvesse) e infine una esigua minoranza di demotivati, scontenti e criticoni. A chi spetta modificare le cose? Tocca ai dipendenti e all’azienda, metà per uno.

UNA SERRATURA, CINQUE CHIAVI
Così Formazione Network ha messo sul tappeto tutto quel che serve per capire i segreti (no, macché: le basi) dell’engagement. E adesso è il momento di parlare di MAGIC, che ha poco a che fare con streghe e pozioni e tanto con l’impegno. Da buon acronimo contiene cinque momenti fondamentali per creare il coinvolgimento, cioè la magia che si produce quando il lavoro ha un senso (Meaning) che va oltre il dovere quotidiano, si sperimenta l’autonomia (Autonomy), si cresce professionalmente e personalmente (Growth), si verifica l’impatto di ciò che si fa (Impact) e si sviluppa la relazione con il lavoro e le persone (Connections).

Sono elementi necessari singolarmente, ma dall’altro funzionano solo se stanno insieme. Il significato di quel che faccio e lo scopo per cui lavoro sono anche nel sentirsi parte di una mission condivisa. L’autonomia, capacità di modellare le condizioni e l’ambiente di lavoro, non è assenza di controllo, ma entrare in sintonia con lo spazio, il tempo e le attività sociali. Crescere significa essere domani meglio di oggi, mettersi alla prova, sfidarsi come i bambini che imparano in una “zona di sviluppo” dove si cade e ci si rialza. Osservare l’effetto positivo della propria opera ci mostra il perché ne vale la pena, ci trasmette un feedback che aiuta a valutare i livelli raggiunti e ci indirizza verso ulteriori miglioramenti.

Il legame che costruiamo col lavoro e le persone di cui condividiamo mission e valori, infine, crea l’appartenenza, fa diventare squadra, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande. Ecco emergere nella sua interezza l’obiettivo per cui vale la pena di impegnarsi di più, di sentirsi coinvolti per crescere insieme. Un insieme di traguardi, è la sintesi di Malavasi e Anderluzzi, cui si lavora in contemporanea: sull’organizzazione, sui leader, sul team. E sulle persone.